Personale di Mariangela De Maria
Dal 10 Ottobre al 6 Novembre 2018
Personale di Mariangela De Maria
Personale, Arte contemporanea
Inaugurazione: Mercoledì 10 ottobre 2018 dalle ore 18,00
sede: Galleria Scoglio di Quarto
Mercoledì 10 ottobre 2018 la galleria Scoglio di Quarto di Milano, via Scoglio di Quarto 4, Milano, inaugura dalle ore 18.00 con la personale di Mariangela De Maria. La mostra proporrà al pubblico recenti dipinti dell’artista.
La mostra è a cura di Alberto Barranco di Vadivieso
Mercoledì 17 ottobre alle ore 18,00 verrà proiettato il cortometraggio di Mariangela De Maria, a cura di Alberto Barranco di Valdivieso. Le riprese sono di Alessandro Lonati.
Catalogo in gallerie con uno scritto di Giorgio Bonomi e testi di Alberto Barranco di Valdivieso e Mariangela De Maria.
NOTE BIOGRAFICHE
Mariangela De Maria è nata a Milano, dove vive e lavora. Diplomata in Scenografia all’Accademia di Brera, inizia la sua carriera artistica con una mostra collettiva a Palazzo Reale di Milano nel 1964 ma sarà nel 1965 che inizierà professionalmente con il critico Giorgio Kaisserlian, fondatore del movimento Informale Esistenzialista, che nello stesso anno la includerà nel gruppo di artisti italiani scelti per essere presentati al Cremlino tra i quali Lucio Fontana, Luciano Minguzzi, Gianni Dova, Bruna Gasparini, Gianfranco Ferroni e Aldo Tagliaferro.
Ha esposto in numerose mostre personali in Italia e all’estero ed in collettive, tra gli altri, con: Valerio Adami, Marc Angeli, Italo Antico, Giuliano Barbanti, Mino Ceretti, Enrico Corneo, Mauro Cappelletti, Roberto Casiraghi, Ludovico Calchi Novati, Robert Dunne, Enzo Esposito, Ennio Finzi, Attilio Forgioli, Paolo Jachetti, Ugo La Pietra, Carlo Nangeroni, Armanda Verdirame, Claudio Olivieri, Mario Raciti, Pietro Ruggeri, Alessandro Savelli, Mario Schifano, Guido Strazza, Stan Van Steendam, Stefano Soddu, Valdi Spagnulo, Aldo Tagliaferro, Valentino Vago, Claudio Verna.
Sue opere sono presenti alla Permanente di Milano e al Museo di San Pietroburgo. E’ stata per due volte membro della Commissione Artistica della Società delle Belle Arti – Museo Permanente di Milano.
Ha pubblicato tre volumi di poesie.
Hanno scritto di lei, tra gli altri: Flavio Arensi, Alberto Barranco di Valdivieso, Giorgio Bonomi, Mauro Cappelletti, Jacqueline Ceresoli, Claudio Cerritelli, Elena Dagani, Matteo Galbiati, Marilisa Di Giovanni, Marco Goldin, Rachele Ferrario, Sara Fontana, Carla Chiara Friggo, Giorgio Kaisserlian, Gerard- George Lemaire, Franco Migliaccio, Pietro Luca Nicoletti, Claudio Rizzi, Stefano Soddu, Guido Strazza, Cristina Trivellin, Miklos Varga, Alberto Veca.
Dallo scritto di Giorgio Bonomi
Due cose colpiscono al primo sguardo delle opere di Mariangela De Maria: la sostanziale monocromaticità e il senso di mistero provocato da una sorta di “squarcio”, di “ferita” sull’opera, spesso al centro.( …) In lei la monocromia, come accennato, non è assoluta, appare come effetto finale, come risultato di una pittura complessa, “ricca” di colori, di pennellate, di sovrapposizioni, di velature “classiche”. I toni ora risultano chiari e lirici, ora scuri e pensosi. È il colore che crea le immagini o, meglio, le atmosfere: De Maria non costruisce figure concretamente reali, riconoscibili, ma appunto ambienti mentali ed emozionali; nei suoi quadri non è il disegno che costruisce l’ordito bensì il colore che, a sua volta, definisce i segni e le articolazioni spaziali (…)
Giorgio Bonomi, direttore della rivista d’arte “Titolo” ha dedicato questo scritto alla mostra di Mariangela De Maria “Profondità di luce e colore”, che doveva essere allestita nel mese di Marzo 2018 nel Salone degli Alabardieri del Palazzo Comunale di Cremona, poi non realizzata. Le opere erano lavori del periodo 2012-2016, molto diverse da quelle dell’attuale mostra in catalogo. Il testo è un documento interessante dal punto di vista del raffronto con i temi attuali del lavoro dell’artista.
Dal testo di Alberto Barranco di Valdivieso
Nei lavori precedenti di Mariangela De Maria, il colore era l’elemento primario e campo di eventi solitari e perturbativi che, come ferite brillanti, sfrangiate o annerite, esprimevano una memoria densa che fissava tutto il senso di una narrazione endogena, conclusa dentro il passato dell’artista.In questi nuovi lavori, che ho scelto e che lo Spazio Arte Scoglio di Quarto ospita nelle sue sale,la sovrapposizione delle tracce impresse nervosamente sulla carta con le tempere, le penne, i pastelli e l’ausilio di interventi termici, diventa il sistema dialettico primario dell’opera. La tensione di raccontare e raccontarsi di De Maria si manifesta oggi più che mai con un timbro segnico deciso. Il segno, impronta libera di un complesso e immaginifico pensare, dirige su visioni finalmente lanciate verso l’esterno (usando il passato senza essere usati da esso). Questo è un altro profondo; è quello dello spazio aperto dell’esperienza che troviamo fuori di noi. Il riflesso delle cose e dei fatti della sua personale esperienza diventa il fulcro dell’argomentazione di una genesi esogena e aperta della pittura (…)