Brunivo Buttarelli, Max Marra, Antonio Pizzolante, Stefano Soddu e Pierantonio Verga
Dal 12 dicembre 2006 al 15 gennaio 2007
Brunivo Buttarelli, Max Marra, Antonio Pizzolante, Stefano Soddu e Pierantonio Verga
Evanescenti richiami d’assenza
arte contemporanea, collettiva
vernissage: 12 dicembre 2006. ore 18
catalogo: con testo di Claudio Rizzi
orario: martedì a venerdì dalle 17 alle 19,30 o per appuntamento
Martedì 12 dicembre alle ore 18 alla Galleria SCOGLIO DI QUARTO, nel nuovo spazio di via Ascanio Sforza 3, si inaugura la mostra “EVANESCENTI RICHIAMI D’ASSENZA”, a cura di Claudio Rizzi, che accomuna le personalità convergenti degli artisti Brunivo Buttarelli, Max Marra, Antonio Pizzolante, Stefano Soddu e Pierantonio Verga attorno ad un brano di attualità quale l’ assenza talvolta incombente più della presenza.
“Il richiamo, ricordo soggettivo o memoria collettiva, determinato dal prorompere di una sensazione oppure dallo specifico rimando dell’assenza. L’evanescenza della visione, nitida ma avvolta nel filtro del tempo, quasi fotografia in color seppia, a dichiarare realtà ma nei meandri delle nozioni consolidate. E spazio e luogo fluttuanti nella percezione che dall’immagine radicata del passato volge alla percezione del futuro, transitando talvolta attraverso la realtà elusa. Il recupero della radice, fondamento dell’umanità, nel paesaggio affiorante di Buttarelli, come nel simbolo di Soddu, nella corporeità di Marra, nel reperto d’archetipo colto di Pizzolante, nella visione onirica di Verga. L’intensità del tempo sedimentato, corroso e inciso nelle materie di Marra e Soddu, nella stratificazione di Buttarelli, nelle dinamiche dialoganti di Pizzolante e Verga. La volontà di dialogo espressa da ogni opera, dai ferri apparentemente inerti eppure pulsanti in Soddu, dalle stratificazioni imprigionate in Buttarelli, dall’estasi allarmante in Verga, dalle geografie della visione in Pizzolante sino alla sinuosa suggestione di materia e vita in Marra.
Evocazioni a richiamo che condurranno a dialogo la sensibilità dell’osservatore.”
Claudio Rizzi