Nicoletta Frigerio – Marcello Leone

Dal 6 al 29 marzo 2008
Nicoletta Frigerio – Marcello Leone
Incontro di forma / colore – Segnali di avvistamento
arte contemporanea, doppia personale

vernissage: giovedì 6 marzo 2008 ore 18.00
catalogo: testo di Alberto Veca
orario: martedì a venerdì dalle 17 alle 19,30 o per appuntamento

CONSONANZE
a cura di Alberto Veca

Questa personale “a due” di Nicoletta Frigerio e Marcello Leone nasce dall’interesse dei due artisti a far dialogare le loro opere in uno spazio comune: l’osservazione è importante perché è il risultato di un precedente confronto, non dalla scelta registica di Gabriella Brembati o del critico, in altri termini di un “occhio” esterno.
Il compito del visitatore è quello di valutare la compatta coerenza delle opere esposte del singolo autore, successivamente di riflettere fra questo e quel modo di intendere il disegno dello spazio occupato, il mio quello di sottolineare alcune coincidenze e alcune differenze. Allora certamente per entrambi una pittura di “segno” ma quello di Frigerio suggerisce la continuità del gesto mentre quello di Leone è all’opposto disciplinato in atti discreti: dove nel primo caso occorre seguire il percorso temporale della traccia, dove all’opposto nel secondo esito il tempo è quello del controllo dell’adiacenza fra le diverse tracce.
Una figura continua in Frigerio, una figura risultante in Leone; un tempo di esecuzione rapido nel primo lavoro, almeno nella sua fase d’esordio; un lento e costante approssimarsi alla soluzione definitiva nel secondo. E questo appartiene al confronto stringente fra le opere dei due artisti perché una lettura del singolo esito potrebbe suggerire riflessioni più approfondite. Ma è opportuno seguire una lettura “a confronto” (…)

Della figura di Alberto Veca per Nicoletta Frigerio

(…) In queste carte Frigerio lavora per “varianti”: un tema sostanzialmente analogo, legato per eccellenza alla indagine di quanto avviene quando una figura per eccellenza “perfetta” come il cerchio – ma può essere l’anello o la sfera – conosce un traumatico incidente, l’intervento di una traccia che ne rompa l’equilibrio e la simmetria, come l’insorgere di un avvenimento casuale che viene a frammentare l’apparente stabilità dell’immagine di partenza. (…)

Della tessitura di Alber to Veca per Marcel lo Leone

(…) L’artista sembra concepire il suo telo di juta, irrigidito dalla preparazione e dal medio con cui il colore viene impastato, come una sorta di “kakemono” giapponese, prediligendo la figura del rettangolo allungato tanto nelle grandi come nelle medie o piccole dimensioni. La direzione “alto/basso” costituisce lo spontaneo punto inaugurale di lettura perché non vi è un ordine gerarchico, una “composizione” definita ma fondo e figura sono realizzati con il medesimo processo operativo, quella dell’adiacenza di una fitta trama di segni che entrano in gara con la stessa trama del materiale di supporto.(…)

Direzione di Gabriella Brembati

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