Mostra personale di Romano Ragazzi. Tuffo nell’insignificante

Dal 4 al 29 Ottobre 2016
Mostra personale di Romano Ragazzi. Tuffo nell’insignificante
arte contemporanea, personale

vernissage: Martedì 4 ottobre 2016, dalle 18,00
orario: da martedì a venerdì dalle 17 alle 19,30 o per appuntamento

Martedì 4 ottobre 2016 nella nuova sede di di via Scoglio di Quarto 4 Milano (sede presso la quale la galleria si è trasferita e che apre per questa occasione), la Galleria Scoglio di Quarto inaugura dalle ore 18.00 la personale di Romano Ragazzi dal titolo Tuffo nell’insignificante a cura di Claudio Cerritelli

Romano Ragazzi, genovese di nascita e milanese di adozione, lavora a Milano nel suo studio di viale Bligny 44, muovendosi tra progettazione grafica e pittura. Proprio quest’ultima è al centro della sua attività fin dagli anni ’60 quando, fresco diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera, frequenta i poeti del gruppo ’63, non a caso la sua esperienza espositiva nasce dal sodalizio con il poeta Antonio Porta che nel 1965 lo conduce al prestigioso Institute of Contemporary Arts di Londra dove partecipano a Between poetry and painting, la prima grande mostra europea dedicata alla poesia visiva. Nel 1964 espone 3 opere presso la Galleria Arco d’Aliber di Roma e nel 1967 partecipa alla manifestazione Parole sui muri tenutasi a Fiumalbo (Modena). Nel 2002 viene allestita una mostra personale presso l’Associazione Culturale Satura a Genova. Nel 2007 è a Palazzo Farnese di Piacenza con una “personale” dove vengono esposte 23 opere con la pre- sentazione del critico Luca Miodini e nel 2008 nell’ambito della manifestazione (Con)Temporary Art a Milano. Nel 2009 espone, con il pittore Roberto Sommariva, al Laboratorio delle Arti di Piacenza e nello stesso anno alla Galleria SBlu di Milano con Marco Magrini e Angela Colombo. Nel 2013 espone alla Biblioteca Braidense di Milano con il poeta Paul Vangelisti, nel 2014, alla Casa delle Culture del Mondo, “Contraddizioni”. Nel 2015, presso la Mediateca di via della Moscova a Milano, espone un’opera intitolata Nel nome del Pane.

Le parvenze del vero

Diversi temi di racconto si intrecciano e si sovrappongono nei recenti dipinti di Romano Ragazzi, proseguendo la ricerca di risonanze interiori disseminate su piani simultanei del visibile, sul filo di emozioni mentali che nascono da reperti desunti da differenti tramiti del reale. Il precedente uso del dettaglio fotografico non è più citazione diretta ma persi- ste come genesi dell’immagine che affiora sulla soglia della pittura, pura traccia mnemonica affidata alla mutevolezza del segno e del colore, condizione ante- riore per movenze figurali tra il dicibile e l’invisibile. Dopo varie elaborazioni di referenti iconici della comunicazione, oggi l’artista si affida alla dimensione allusiva dell’immagine, alla vibrazione di ritmi grafici e fervori cromatici, dominati dal respiro impulsivo del gesto. In tal modo, Ragazzi coltiva un senso di compiuta padronanza degli strumen- ti espressivi, si sente libero di interpretare antiche ossessioni e nuovi spiragli immaginativi, si muove come un osservatore intuitivo di forme che dal reale slittano verso il fantastico, senza mai perdere contatto con il mondo. Le opere denominate “Incipit” alludono al processo generativo dell’atto pit- torico, l’ispirazione scaturisce da un dettaglio o da un bagliore che colpisce l’immaginazione dell’artista, spingendolo verso una trascrizione rapinosa che fa pensare ad altro, alla vertigine dell’ignoto, alla soglia dell’insondabile (..)
Tratto dal testo in catalogo di Claudio Cerritelli

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