Angelo Mereu. La mia Milano

Dal 22 marzo al 12 aprile 2007
Angelo Mereu
La mia Milano
fotografia, personale nell’ambito del Photofestival

vernissage: giovedì 22 marzo 2007 ore 18,00
catalogo: a cura di Roberto Mutti
orario:  dal martedì al venerdì 17-19 (altri giorni per appuntamento)

C’è una cosa che colpisce nelle fotografie di Angelo Mereu ed è il contrasto fra la sorpresa che sempre suscitano e la constatazione della loro semplicità ed immediatezza. Prendiamo l’immagine della scalinata interna di Brera: l’inseguirsi delle geometrie orizzontali delle balaustre che si alternano al verticalismo dei pilastri e la bellezza del controluce creano un pregevole equilibrio, ma è la presenza della figura della bambina con lo sguardo rivolto verso la parte alta della scala a creare un effetto quasi magico. Una cosa simile vale per la ripresa di Palazzo Marino la cui facciata in ristrutturazione è completamente ricoperta da un telo piegato in modo da creare una suddivisione in mille quadrati: sarebbe solo una immagine di documentazione se non fosse per quella piccola figura umana che, camminando sul tetto, si staglia sullo sfondo del cielo. Amante del bianconero classico ma anche cultore della più raffinata ricerca all’infrarosso, Angelo Mereu è un autentico esempio di quello che gli americani chiamano street photographer, cioè di colui che sa cogliere nella realtà quotidiana della città in cui vive gli elementi insoliti, gli istanti irripetibili, le piccole vicende da rileggere in chiave poetica.

Basta una nevicata, per esempio, per trasformare completamente Milano attutendone i rumori e rallentandone il ritmo convulso ed è proprio su questi elementi che Mereu interviene cogliendo i gesti del vigile che dirige il traffico incurante dei fiocchi di neve che gli danzano attorno o soffermandosi sulla facciata di una casa in un’immagine magica dominata dai toni scuri appena rischiarati dalle pennellate di bianco sul profilo del tetto. Si dice spesso che Milano è poco fotogenica perché la sua è una bellezza sommessa e poco esibita, eppure basta guardare queste fotografie per capire che la bellezza è il regalo che la città riserva a chi ha la costanza di cercare fra le sue pieghe. E’ una bellezza che Angelo Mereu non coglie solo interpretando a suo modo gli angoli più noti come la Darsena, la Galleria Vittorio Emanuele o il Duomo, ma anche mostrando a chi non li conosce i teschi di San Bernardino alle Ossa o la scala elicoidale interna a Palazzo Reale e trasformando un muro esterno della stazione di Lambrate in uno scenario che ricorda le atmosfere dei dipinti di Sironi.

Che Angelo Mereu sia all’occorrenza anche un bravo reporter lo dimostra il ritratto apparentemente semplice ma difficilissimo da realizzare di un elegante signore che fa cenno di consentire al fotografo di scattare: è Henri Cartier-Bresson che non voleva mai essere ripreso ma che per Mereu aveva fatto un’eccezione. Questa Milano non sarebbe autentica senza i ritratti dei suoi personaggi più o meno famosi: accanto a Mario De Biasi ripreso di spalle mentre osserva il manifesto di una sua mostra e a Gianni Berengo Gardin che fotografa in Galleria, compaiono il rigattiere di via Fiori Chiari o l’ombrellaio che lavora seduto a terra. Sono immagini che da sole evocano una storia, come quella di Mamma Lina ripresa sulla porta del suo bar Giamaica con lo sguardo serio di chi ha visto passare da lì la parte migliore della città.

Roberto Mutti

Foto di Grazia Ribaudo

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