Al caro Giorgio

Dal 16 al 30 giugno 2004
Al caro Giorgio
Opere di 333 artisti in formato cartolina dedicate a Gaber. Ciascuna immagine costituisce una testimonianza di amore e di stima nei confronti di Giorgio.
arte contemporanea

vernissage: 16 giugno 2004, ore 18,00
catalogo: a cura di Giacomo Lodetti, Gianni Ottaviani e Paolo Dal Bon
orario: martedì a venerdì dalle 17 alle 19,30 o per appuntamento

Giorgio Gaber è stato un artista e un uomo straordinario. Nella sua lunga e purtroppo prematuramente interrotta carriera ha dimostrato di possedere eccellenti qualità di cantante, compositore autore e regista. Ma Giorgio Gaber era soprattutto un uomo di spiccata sensibilità e di straordinaria intelligenza, che ha sempre posto al servizio di una costante ricerca della verità. Ricerca della verità per sé e per gli altri. Un uomo di pensiero, come amava definirsi, infine, un uomo che sapeva cosa fosse l’umiltà: forse la più autentica e primaria caratteristica dei grandi uomini. Giorgio Gaber di verità piccole e grandi ne ha colte tante, anticipando a volte in modo sorprendente i tempi. Ha sempre cercato col suo pubblico una verifica e una condivisione delle sue intuizioni, sempre con l’umiltà di chi si propone senza imporsi, m anche con la forza e l’energia dell’uomo consapevole e intellettuale libero. Giorgio Gaber ha inciso sicuramente molto sulle coscienze individuali prima ancora che nel costume e nella cultura della nostra epoca.
Credo siano queste le ragioni per le quali era ed è così tanto amato e stimato. Lui si stupiva e si sorprendeva di avere sempre i teatri esauriti, nonostante non facesse assolutamente nulla per incrementare la sua popolarità. Anzi allontanarsi sempre di più dai media a favore di una sempre maggiore fedeltà a teatro. E allo stesso modo si sarebbe sicuramente sorpreso di vedere quell’immensa folla ordinatamente disposta in una coda infinita rendergli omaggio e onore alla camera ardente allestita al Piccolo Teatro di Milano il giorno del suo funerale. E si sarebbe ugualmente sorpreso di fronte ad una così vasta adesione a questa iniziativa delle ‘cartoline d’artista’. Le oltre trecento testimonianze artistiche giunte dimostrano ancora una volta quanto sia diffusa e radicata la popolarità di Gaber e di quanto siano numerosi, anche nell’ambito dell’arte figurativa, i rapporti individuali che lui ha saputo consolidare.
Naturalmente, non posso, per mancanza di competenza, entrare nel merito o esprimere un giudizio critico sulle opere qui raccolte. Posso solo constatare come ciascuna immagine costituisca una testimonianza di amore e di stima nei confronti di Giorgio, e di come anche l’arte figurativa possa contribuire a tenerne vivo il ricordo e a stimolare curiosità e interesse verso Lui e verso la sua opera, che ancora tanto ‘nutrimento’ intellettuale potrà dare alle future generazioni.

Paolo Dal Bon
Presidente Associazione Culturale Giorgio Gaber

Nel 1998 avevo organizzato come Presidente dell’Associazione Marchigiani di Milano, un convegno sul grande poeta marchigiano Giacomo Leopardi, per commemorarne il bicentenario della nascita. I convegno si era svolto con successo nell’Aula dell’Università Cattolica di Milano. Per l’occasione avevo invitato i miei colleghi artisti a realizzare ed iviare idealmente una cartolina al “caro Giacomo”, confinato nell’immaginario collettivo, dietro”…quella siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude”. Questa iniziativa aveva avuto un grande successo, e moltissimi artisti avevano invitato le loro mini opere con le quali era stata realizzata una particolare mostra, presentata poi anche in altre sedi. Sollecitando da più parti a ripetere una tale manifestazione, ho ora dato vita nel primo anniversario della scomparsa, a questo omaggio a Giorgio Gaber, rivolgendo la stesso invito agli amici artisti ad eseguire una cartolina dedicata ed inviata idealmente al “caro Giorgio il sig. G.”. Per realizzarlo ha approfittato questa volta della mia attuale collaborazione a Milano sia la storica Libreria Bocca di Galleria Vittorio Emanuele II, sia lo “Spazio 12 art exhibition” di Via Tortora. L’adesione a questo nuovo invito è stata notevole per numero e per qualità della mini opere pervenute. Infatti ben 266 artisti hanno partecipato, permettendo di realizzare una particolare mostra che è già stata presentata i anteprima allo Spazio 12 e che ora viene proposta ufficialmente nella sede storica Libreria Bocca. Giorgio Gaber, qualunque possa essere su di lui il nostro individuale giudizio, è stato indubbiamente come cantante o come drammaturgo e personaggio di teatro un poeta civile, uno spirito critico e ironico nella sua convulsa generazione. La testimonianza di quanto sia stata importante la sua presenza, è data dai molti artisti che hanno risposto all’iniziativa.

Gianni Ottavini
Presidente dell’Associazione Marchigiani di Milano

Virtuale, reale, reale, virtuale; dove finisce il virtuale e comincia il reale? E qual è il reale?
Davanti allo schermo di un computer vedo le immagini di queste opere che 333 artisti hanno dedicato alla memoria di Giorgio Gaber con gli originali. I colori non sono gli stessi ma Alberto Macchini, uno dei due soci della Fotolito Bianchi dove sto impaginando testi e immagini, che mi aiuta in questo piacevole lavoro, dice che non devo tener conto di quello che vedo sullo schermo perché quei colori sono virtuali. Alla parola virtuale scatta un pensiero che mi riporta ad un episodio dell’Antico Testamento, quando Dio, stanco forse, di stare in silenzio e in solitudine, parlò e furono la luce e le tenebre e gli animali e l’uomo e tutto quello che conosciamo. Il passaggio da una parola a tutto quello che vediamo riconduce al concetto di virtuale e all’intuizione einsteniana sul rapporto che intercorre tra energia e materia. Alla velocità del pensiero ripenso in simultanea successione alle ultime elezioni in Spagna, alle immagini virtuali, diffuse dalle TV in tutto il mondo,degli effetti delle bombe terroriste alla stazione di Madrid, al ribaltamento politico spagnolo derivatone, i cui effetti saranno percepiti nel tempo. Ripenso alle immagini, virtuali, dell’abbattimento delle Twin Towers a New York e mi ritrovo proiettato in una guerra virtuale, che vedo alla televisione come uno sceneggiato qualsiasi, ma dai risultati reali. Le morti dei carabinieri italiani e non solo quelli, i costi degli armamenti e degli approvvigionamenti, i cortei e gli scioperi a sostegno della pace in tutta Europa, le sospensioni dei voli commerciali di tutte le compagnie aeree e così via, sono tutti fatti reali, o virtuali? E Gaber cosa c’entra con tutto questo? Egli, o meglio il ricordo di lui, di quello che ha lasciato nei sentimenti ti tantissimi individui, rappresenta la continua osmosi tra virtuale e reale che in ultima è alla base della nostra stessa esistenza. Dal quel virtuale omaggio a Gaber nasce il catalogo di questa mostra, destinata a durare almeno una dozzina di mesi, e viaggiare in mezza Milano, nasce la partecipazione di tanti artisti che insieme nel ricordo di lui hanno dato vita alla più grande collettiva della storia dell’arte di Milano. Le piccole opere mi sono giunte fin dalle isole Canarie, dall’Argentina, dal Belgio, dalla Francia, dalla Germania, dal Giappone, dall’India, dall’Inghilterra, dalla Turchia, dal Venezuela, oltre che ovviamente da tutte le regioni d’Italia, a testimoniare dalle visibilità dell’opera di influenza della notorietà di Giorgio Gaber. L’ideatore di questa iniziativa è Giovanni Ottavini che nel 1998 aveva organizzato, come Presidente dell’Associazione Marchigiani di Milano, un convegno di Giacomo Leopardi per commemorare il bicentenario della nascita e in quell’occasione aveva chiesto una cartolina al caro Giacomo Leopardi. Ha trovato, per questa sua seconda iniziativa, ottimi alfieri e promotori, nell’artista Alfredo Mazzotta, attivo animatore culturale a Milano, in Ruggero Maggi, artista appassionato di Mail Art, Bianca Maria Rizzi, giovane e intraprendente gallerista milanese, Maria Grazia Filetto, abile nell’arte dell’incisione, ex gallerista ed Ennio Bencini che hanno coinvolto le rispettive amicizie tra gli artisti. La notorietà della Libreria Bocca ha fatto il resto. Il successo riscosso dall’Omaggio a Gaber, superiore ad ogni previsione mi ha però messo in una condizione insospettabile all’inizio dei lavori. La mole dei partecipanti aveva fatto saltare tutti i preventivi di spesa per la realizzazione del catalogo, assolutamente necessario a che questo lavoro lasciasse, come merita, una traccia, un segno reale di quanto forte fosse stata, estesa e penetrante, l’idea virtuale del progetto. Ho preso così carta e penna ed ho indirizzato una lettera a tutti gli artisti, con le motivazioni della mia richiesta. Quella di contribuire in piccola parte, al finanziamento del lavoro, sottoscrivendo la prenotazione di tre copie del catalogo, ad un prezzo simbolico di 15 euro. Riprendendo il comportamento di quegli editori francesi della seconda metà dell’Ottocento che, per la tassazione del montemerci, erano costretti a stampare, per non chiudere, solo le copie dei libri sottoscritti in prenotazione. Benché qualcuno, pochi in verità, per motivi che non voglio approfondire qui, dove si opera genuinamente ispirati dalla cultura pura, quella che non produce denaro, quella che è senza fine di lucro, abbia preferito non investire quindici euro sul proprio lavoro, pur in cooperazione con moltissimi colleghi, e inviato a fare un piccolo gesto, sia rimasto alla finestra, l’adesione e la calorosa partecipazione di quasi tutti i protagonisti ha reso festoso l’evento, infondendomi la forza e la costanza di portare a termine un impegno, per le mie forze, titanico. Oltre seicento immagini da riprendere al computer e da impaginare, con le rispettive didascalie, nomi e quant’altro si riferisce all’artista e alla sua opera. Grazie al loro sostegno sono riuscito a coinvolgere Donatella mia moglie, nonostante le sue note resistenze al mondo degli artisti, Antonella Campochiaro la mia assistente, Franco Colnaghi, e Giacomo Papi, l’altro socio della Fotolito Bianchi, i quali, aldilà delle modeste disponibilità finanziarie reperite per pagare mano d’opera, materiale, costi telefonici e postali, hanno dato il meglio di sé, quale contributo alla buona riuscita del lavoro. Una delle maggiori soddisfazioni l’ho avuta dalla Provincia di Milano che mi ha concesso il patrocinio all’iniziativa ruotante attorno al marito del Presidente, l’onorevole Ombretta Colli, in ventiquattro ore. Un’altra soddisfazione me l’hanno data le lettere degli artisti, con i loro sinceri sentimenti di partecipazione. Riporto esempio per tutte, perlopiù dello stesso tono, quella pervenutami dall’argentina Cris che scrive: “aderisco volentieri all’attività ringraziando anticipatamente per l’impegno che vi accingete a compiere. Ne valeva la pena a ricordo del “grande” Giorgio”. Per una volta Poesia, rappresentata qui dai testi delle canzoni scritte da Gaber con Sandro Leporini, Musica e Pittura, accomunate in un unico e potente messaggio, ad un tempo virtuale e reale, testimoniano, contro ogni tipo di guerre e di indifferenze, la forza e la vitalità della speranza che l’umanità possa essere salvata.
Ancora grazie caro Giorgio

Giacomo Lodetti Bocca

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