Adriana Pullio. Ordine e Caos

Dall’8 al 28 Febbraio 2017
Adriana Pullio. Ordine e Caos
arte contemporanea, personale

vernissage: mercoledì 8 febbraio 2017, dalle 18,00
orario: da martedì a venerdì dalle 17 alle 19,30 o per appuntamento

Mercoledì 8 febbraio 2017, la galleria Scoglio di Quarto di Milano, via Scoglio di Quarto 4, inaugura dalle ore 18.00 con la personale di recenti pitture dell’artista Adriana Pullio, a cura di Giorgio Bonomi

ADRIANA PULLIO nasce a Luino nel 1943, vive a Milano dal 1953. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, presso La Cattedra di pittura nel 1967, alla Scuola di Mauro Reggiani. Ha insegnato dal 1965 al 1997 Disegno e Storia dell’Arte a Milano, impegnandosi sempre in attività legate al mondo dell’arte e della pittura in particolare. Nel 1963 vinse ad Avezzano il Primo Premio Acquisto per la Scultura “Testa di fanciulla” tutt’ora nel Museo d’Arte della città. Nel 1963 ha collaborato nello studio dell’Architetto Piero Bottoni e fino al 1965 con altri architetti a Milano. Nel marzo 1968 ha partecipato alla Mostra Nazionale di Grafica “Italia Bianco e Nero” ad Arezzo al Palazzo Pretorio con una serie di acqueforti tra le quali “Composizione N. 10” 1966, pubblicata. Dal 1967 fino al 1980 ha condiviso lo studio del pittore Mauro Reggiani in Via Solferino 12 a Milano e in quello di Albissola Mare. Nel 2007 Personale nello “Studio A&A” per la Rassegna d’Arte e Musica in Vicolo Borni 14/A Iseo (Bs). Nel 2008 Personale alla Galleria Ciovasso in Corso Garibaldi a Milano, con testo di presentazione di Do- menico Cara. Nel 2010 partecipa con un contributo al “Festival dei Laghi Italiani” a Iseo (Bs). Nel 2013 la Fondazione “L’Arsenale” di Iseo diviene proprietaria del dipinto “Composizione N. 3”, 2012, cm 60×60, acrilico su tela. Attualmente lavora nello studio di Iseo.

Ordine e caos – Geometrie parallele
Rigorosamente le opere si presentano tutte sue supporti rettangolari orizzontali, talvolta quadrati, e la verticalità, che non compare nelle composizioni, è ottenuta semplicemente usando una tela verticale2.
Il risultato è un grande equilibrio che, da un lato, incute un senso di pace e di serenità e, dall’altro, di “potenza”, di “forza”. L’orizzontalità è la forma della quiete, della visione pacata della pianura, del mare calmo e della loro fine visiva, cioè l’orizzonte (“quella linea immaginaria…”, come recitano i manuali di geografia), il quale ultimo sollecita, da sempre la fan- tasia dell’osservatore, sia egli poeta3 o persona comune. Allo stesso tempo l’immagine di queste Composizioni appaiono come una “tet- tonica” ben realizzata con i suoi piani e le sue stratificazioni, quasi un’architet- tura razionalista, anche quest’ultima, come è noto, legata con mille fili all’arte astratta geometrica (.)
Accanto a questa serie di lavori, Pullio si esprime pure con un altro genere di opere che certamente differiscono dalle prime ma tuttavia presentano anche molti lati concettuali vicini. Ci riferiamo alla serie di lavori intitolati Caos cui l’artista aggiunge l’aggettivo qualificativo “geometrico” (e mai termine fu più appropriato(.)
..siamo di fronte ad un’apparente con- traddizione, costituita da due concetti che talvolta sono contrapposti, appunto il caos e la geometria, ordinata e ordinatrice. Infatti, in questa serie di opere, troviamo forme abbastanza sottili, a “freccia” o come piccole “righe” che sembrano navigare nello spazio – uno spazio ben più ampio di quello della tela, uno spazio “costruito” proprio da quei segni – solo in apparenza “caotico”, mentre, se si osserva l’immagine con attenzione, si può cogliere un senso preciso, quasi una sorta di “progetto di itinerario” (mentale, simbolico, progettuale). Sono linee di fuga centrifughe e, allo stesso tempio, centripete: non c’è la disper- sione, la disperazione del disordine senza scopi, al contrario, nel turbinio delle opere con segni più numerosi o in quelle ove i vettori sono in minor numero, sem- pre scorgiamo quell’ordine, quel rigore che, come detto, deriva sì dalla geometriama anche da una convinzione profonda e dalla salda personalità dell’artista.

Dal testo in catalogo di Giorgio Bonomi

 

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